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FAQS – DOMANDE FREQUENTI

Qual è il modo migliore per assicurarsi un bel sorriso e dei denti sani?

 

Il primo consiglio è di continuare a coltivare le buone abitudini orali apprese nell’infanzia, in particolare lavarsi i denti dopo i pasti principali anche quando si è fuori di casa e usare il filo interdentale per rimuovere la placca. Inoltre è bene mantenere sane abitudini e stili di vita come non fumare. Infine, un paio di volte l’anno andate a trovare il vostro dentista, intercettate le microcarie e lavorate sulla prevenzione.

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Con che frequenza bisogna andare dal dentista?
 

È bene effettuare una visita di controllo almeno una volta l’anno, meglio ogni sei mesi. Andare dal dentista, però, spaventa ancora molte persone, soprattutto in età adolescenziale: la paura del dolore, o quella dell’ago della siringa riempita di anestetico. L’appuntamento regolare e programmato, anche in assenza di sintomi o di infiammazioni chiare, evita per esempio che la carie giunga a intaccare le parti vive del dente, danneggiandolo così in modo irreparabile e al tempo stesso predispone l’abitudine nel paziente a sedersi sulla poltrona odontoiatrica contribuendo così a superare la paura del dentista.

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A che età bisogna “cominciare” a educare all’igiene orale?


Fin da quando il bambino è in grado di comprendere il gesto e cercare di riprodurlo. Inizialmente sarà solo un gioco, ma servirà al bambino per prendere confidenza con il dentifricio e con lo spazzolino (entrambi da scegliersi tra quelli specialistici). Man mano che crescerà, già abituato agli strumenti del mestiere, gli si insegneranno anche i corretti movimenti.

 

Bisogna curare anche i denti da latte?


Certo, bisogna curarli perché avere denti da latte ben conservati e sani è premessa indispensabile per avere denti permanenti sani e forti, pronti a crescere nello spazio e con la funzione di quelli da latte.

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Ogni quanto si deve fare la pulizia dei denti dal dentista?


Le ricerche condotte dalla letteratura internazionale asseriscono che i pazienti che si sottopongono a sedute di igiene orale ogni 6 mesi mantengono più a lungo i propri denti rispetto a chi non lo fa. Questo dato è spiegato dal fatto che l’igiene professionale periodica garantisce una pulizia accurata e approfondita. Inoltre la seduta di igiene è anche occasione di un controllo della situazione generale della bocca, per verificare che non ci siano carie e curare qualsiasi altro aspetto della prevenzione che permette, nel caso venga riscontrato un problema, di intervenire tempestivamente.

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Il fluoro è necessario per una corretta crescita dei denti?


La fluoroprofilassi ha ridotto molto l’incidenza di carie nella popolazione generale e vi è ampia convergenza di pareri tra i professionisti nell’affermare che debba essere eseguita. La fluoroprofilassi inizia già in gravidanza e dura fino a circa dodici anni.

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Quando devo cambiare lo spazzolino?
Lo spazzolino deve essere funzionale, con setole dritte, integre e di pari lunghezza. Non appena queste caratteristiche si perdono (setole piegate, aperte) lo spazzolino va cambiato (generalmente da 1 a massimo 3 mesi).

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Ho l’ alito cattivo, da cosa può dipendere?
L’alitosi spesso è causata da una cattiva igiene orale, fumo, alimentazione scorretta.

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A chi è consigliato lo spazzolino elettrico?
Lo spazzolino elettrico è un ottimo ausilio per l’igiene orale. Il moto alternato (oscillante e rotatorio) delle setole permette un’ottima pulizia dei colletti e delle superfici interne dei denti. Pertanto è consigliato a tutti, ma è indispensabile per i soggetti con scarsa manualità, disabili e per i portatori di apparecchi ortodontici fissi.

 

Perché i denti con il passare degli anni si ingialliscono?
Ogni individuo ha precise caratteristiche fisiche che lo caratterizzano, come il colore degli occhi o dei capelli. I denti in questo senso non fanno eccezione: ciascuno ha il proprio bianco. Con il passare degli anni però il colore dei denti può modificarsi, virando verso il giallo. La causa di questo fenomeno comune a tutti, è dato dal contatto dei denti con pigmenti contenuti in diverse sostanze di uso quotidiano, come il caffé, le bevande come la cola o il thè, il fumo di sigaretta. Oggi con le moderne tecniche di sbiancamento si può ritornare ad avere il proprio colore bianco dei denti, con prodotti all’avanguardia, ecologici privi di qualsiasi tossicità e che in nessun modo danneggiano la dentatura

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Lo sbiancamento fa male ai denti?
No, lo sbiancamento professionale non fa male ai denti; deve però sempre essere preceduto da una seduta di igiene orale e da una visita odontoiatrica volta a valutare la condizione di salute del cavo orale e dei denti.

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Perché le gengive sanguinano?
Il sanguinamento delle gengive è il primo segno di infiammazione. Può essere spontaneo durante notte oppure provocato dallo spazzolamento dei denti. È quindi segno di un forte presenza batterica nel cavo orale. Per risolvere il problema bisogna assicurarsi di compiere le corrette manovre di igiene e se il problema persiste è consigliabile sottoporsi ad una visita odontoiatrica.

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Il fumo ha qualche effetto nocivo sulla salute di denti e gengive?
Il fumo rende più grave la parodontite che causa la perdita dei denti. Le macchie da fumo, inoltre, favoriscono l’accumulo di placca batterica intorno ai denti. Inoltre, il fumo causa naturalmente gravi problemi estetici come le macchie e la retrusione delle gengive, a cui difficilmente si può porre rimedio con interventi domestici di tipo esclusivamente estetico.

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La pulizia dei denti fatta molte volte l’anno può causare danni?
Assolutamente no se eseguita da personale specializzato (igienista dentale o odontoiatra). Normalmente si consiglia di effettuare una seduta di igiene orale (pulizia dei denti) ogni sei mesi; in caso di piorrea la terapia di mantenimento può prevedere anche tempi più ravvicinati tra una seduta e l’altra (2-4 mesi).

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L’uso del filo interdentale è sempre necessario?
Sì, è sempre necessario per la pulizia degli spazi interdentali. Nelle persone affette da parodontite può essere sostituito dallo scovolino interdentale. Esistono poi dei fili specifici per i portatori di protesi fissa come il superfloss o montati su forcelle per facilitarne l’utilizzo nelle zone posteriori.

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Può la dentatura di un bambino andare a posto da sola con la crescita?
No, in nessun caso. Se esiste un affollamento, con il tempo peggiora e se c’è un problema scheletrico può complicarsi con la crescita.

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Durante la gravidanza si può andare dal dentista?
È assolutamente consigliato alle future mamme di recarsi dal dentista per una visita di controllo. Durante la gravidanza infatti i diversi equilibri ormonali determinano una maggiore suscettibilità delle infezioni del cavo orale come la parodontite: infatti è stata registrata una correlazione tra la presenza di questa patologia e i parti prematuri. È dunque buona norma per le pazienti in dolce attesa recarsi dal dentista per una visita di controllo e una pulizia dei denti durante il periodo della gravidanza.

 

A che età bisogna iniziare un trattamento ortodontico?
Dipende dalla gravità della malocclusione, a volte anche molto precocemente se esistono problemi scheletrici importanti o abitudini viziate (succhiamento del dito, difetti di deglutizione o fonazione ecc.). Si parla allora di ortodonzia intercettiva.


Una persona adulta può effettuare un trattamento ortodontico?
Assolutamente sì, previa valutazione clinica, radiologica ed estetica.

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A che età si deve cominciare a lavare i denti a un bambino?
Fin dalla nascita è necessario avere una corretta igiene orale. Prima che spuntino i dentini, dopo ogni poppata bisogna pulire bene le labbra del bambino per evitare ristagni di latte. Con una garza inumidita con acqua bollita avvolta intorno all’indice è bene pulire l’interno della bocca. In seguito esistono in commercio diversi tipi di spazzolini per pulire i primi dentini e la lingua. Abituare il bambino a lavare i denti prestissimo è anche soprattutto una questione di educazione all’igiene.


Che dentifricio devo usare per lavare i dentini di mio figlio?
I denti dei bambini vanno lavati almeno due volte al giorno con un dentifricio dal sapore neutro e ricco di fluoro utilizzato in quantità corretta.


Come posso prevenire la carie nel mio bambino?
La fluoroprofilassi, cioè prevenire la carie attraverso l’utilizzo del fluoro, rappresenta la principale arma nella lotta alla carie ed è necessaria per tutti i bambini.
Oggi si ritiene che la modalità di somministrazione del fluoro più efficace sia quella per via topica ovvero uso di dentifrici fluorati che contengano almeno 500 ppm di fluoro e l’applicazione di gel di fluoro (che contengono 1.2500 ppm) eseguita in maniera professionale a partire dai 6 anni di età.
L’utilizzo di fluoro per via sistemica da assumere in gocce o compresse è consigliato qualora ci siano difficoltà a effettuare le altre modalità (bambini disabili o con una forte incidenza di carie) e consiste nell’assunzione di 0.25mg al giorno di fluoro in gocce dai 6 mesi ai 3 anni e di 0.50 mg al giorno dai 3 ai 6 anni.


È utile sigillare i denti dei bambini?
Le sigillature dei solchi dei molari permanenti prevengono la carie delle superfici occlusali. I primi molari permanenti erompono a circa sei anni nel cavo orale del bambino e sono i primi denti che vanno incontro a carie poiché spesso i piccoli hanno difficoltà a pulirli bene. L’efficacia della sigillatura si attesta attorno all’87% a tre anni e consiste nella chiusura dei solchi dei molari con delle resine. È poi necessario sottoporre i bambini a visite di controllo periodiche ogni sei mesi per valutare l’integrità delle sigillature.

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Raddrizzare i denti da adulto: è possibile?
L’immaginario collettivo riconduce spesso l’apparecchio per i denti a qualcosa di molto complesso, meccanico e spesso doloroso. Inoltre lo si associa sempre ai bambini, lasciando così l’adulto rassegnato nel non poter più correggere la posizione dei denti storti.
Oggigiorno le cose sono cambiate. Le nuove tecniche permettono di risolvere i problemi di allineamento dentale anche in età adulta con tecniche poco invasive.
L’invisalign o l’ortodonzia linguale sono tecniche “invisibili”, studiate apposta per individui adulti che risolvono i problemi di allineamento dentale senza compromettere la propria vita di relazione.

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I denti del giudizio devono essere tolti?
I denti del giudizio (gli ottavi in linguaggio tecnico) rappresentano uno dei più comuni (e temuti) motivi per fare visita al dentista.
In realtà non tutti i denti del giudizio devono essere estratti, dipende dalla loro posizione.
Se infatti sono allineati con gli altri elementi presenti in arcata non vi è alcuna controindicazione nel lasciarli dove sono. Purtroppo a volte si posizionano in maniera non corretta e possono causare problemi. È solo allora che si interviene con l’estrazione.

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Esiste una correlazione tra malattia parodontale e malattie cardiache?
È provata una correlazione tra malattie cardiache e malattia parodontale: la malattia parodontale è essenzialmente un’infezione batterica, i batteri possono entrare nel circolo ematico ed agire come fattori aggravanti di alcune malattie cardiache, come le malattie coronariche o le endocarditi infettive.

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È normale che i denti si muovano? Che cosa fare in questo caso?
I denti mobili sono tra i più comuni e frequenti sintomi di forme gravi di malattia parodontale. In caso di mobilità dei denti è consigliabile recarsi dal proprio dentista per una valutazione delle possibili cause e della relativa cura.

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Come si ottura un dente?
La ricostruzione di un dente può essere diretta (fatta direttamente alla poltrona con materiali compositi specifici) nel caso in cui si ha una piccola carie, oppure indiretta. Questo secondo caso si preferisce quando la ricostruzione da effettuare è ampia. Si procede prendendo un impronta del dente da ricostruire che si invia al laboratorio, il quale costruisce il manufatto che poi si cementa in bocca. Si parla allora di intarsio ed è una tecnica che ci garantisce maggiore precisione e un migliore risultato nel tempo.

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Il dentista ha detto che ho una carie ma non ho dolore, è possibile?
La carie è determinata da batteri che colpiscono i tessuti duri del dente creando dei “buchi”. Quando è nelle fasi iniziali (a livello di smalto e dentina superficiale) non si ha alcun fastidio. Quando comincia a essere più profonda si avverte dolore al caldo e al freddo, sensibilità al dolce, dolore alla masticazione. Se la carie viene trascurata, il dolore diventa spontaneo e pulsante e aumenta in posizione supina; significa che il dente è distrutto sino alla polpa e la terapia per recuperarlo (se possibile) è più complessa e prevede certamente una devitalizzazione.

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DOPO QUANTO TEMPO POSSO MASTICARE DOPO UN’OTTURAZIONE?
Nelle ore successive all’otturazione, una parte residua della resina composita utilizzata può continuare la reazione di polimerizzazione che determina l’indurimento del materiale. Quindi è consigliabile masticare sul dente curato, almeno due ore dopo l’avvenuta ricostruzione.

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Le otturazioni in amalgama vanno rimosse?
Negli ultimi anni si è parlato tanto delle otturazioni in amalgama (o d’argento come vengono più comunemente chiamate) e sulla loro possibile tossicità.
Ad oggi non esiste alcun fondamento scientifico che le possa definirle tali e quindi ne consigli la rimozione.
È altresì vero che molto spesso queste otturazioni sono molto estese così come le tecniche per realizzarle prevedevano. Questo finisce con l’indebolire il dente: è dunque consigliabile tenerle sotto controllo costante per poter intervenire con tempestività in caso di insorgenza di problemi oppure sostituirle se si ritiene che la propria estetica ne abbia un danno.

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AVRÒ DOLORE DOPO LA DEVITALIZZAZIONE?
Dopo la chiusura dei canali potrà residuare un leggero indolensimento che tenderà a passare gradualmente nell’arco di qualche giorno.

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POSSO MASTICARE SUL DENTE DOPO UNA DEVITALIZZAZIONE?
Durante il trattamento endodontico il dente è completamnte vuoto, quindi più fragile. Per questo è consigliabile aspettare la chiusura dei canali e la ricostruzione del dente prima di masticare.

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Cosa significa che un dente è andato in necrosi?
Un dente in necrosi è un dente che ha perso la sua vitalità, ovvero a seguito di un processo infettivo o traumatico la terminazione nervosa che lo irradiava ha cessato di funzionare. La cura in questi casi è la terapia canalare o devitalizzazione che permette di disinfettare e sigillare il canale all’interno del quale era contenuto il nervo.

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Ho devitalizzato un dente ma fa ancora male, è normale?
Un dente devitalizzato può continuare a far male per 3-4 settimane anche se devitalizzato bene, poiché la strumentazione nei canali radicolari crea un’infiammazione secondaria periapicale. Perciò il dente fa male quando si mastica o si chiude la bocca e i denti vengono a contatto tra loro. Una semplice terapia antinfiammatoria allevia il fastidio, che scompare comunque spontaneamente in qualche settimana.

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Perché il costo della devitalizzazione è diverso a seconda del dente?
I denti non sono tutti uguali. All’interno della radice del dente c’è un canalino nel quale si trova un nervo e i vasi sanguigni del dente. Devitalizzare un dente significa eliminare dal canale questo nervo e questi vasi, disinfettare il canale e chiuderlo con un materiale adeguato. Per cui generalmente denti che hanno una radice sola hanno un canale solo e richiedono per la devitalizzazione minor tempo e meno materiale.
Nella nostra bocca ci sono denti a due e tre radici ognuna delle quali può contenere più canali come per esempio i molari superiori hanno anche 5 canali. Pertanto maggiore è il numero di canali pulpari, maggiore è il tempo richiesto per la terapia, maggiore il materiale utilizzato, maggiore il costo.

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Che cos’è un impianto dentale?
Un impianto dentale è una vite in titanio chirurgico che viene inserita nell’osso mascellare e sostituisce così la radice del dente mancante. Una volta posizionato si integra all’osso diventando con l’osso stesso un’unica struttura (questo processo è detto osteointegrazione).
Su uno o più impianti viene poi realizzata la protesi (dente singolo fisso, ponti fissi, ancoraggio di protesi mobili).


Esiste il rigetto degli impianti?
Il materiale degli impianti è titanio chirurgico, che è assolutamente biocompatibile. Non provoca nessuna reazione da parte del sistema immunitario per cui possiamo dire che il rigetto in implantologia non esiste.

 

Quanto dura un impianto dentale?
Mediamente gli impianti durano 12/15 anni, ma la loro durata dipende molto dalla qualità dell’igiene orale del paziente, dall’abitudine al fumo, dalla comparsa di malattie sistemiche, dal tipo di protesi effettuata.

 

È doloroso inserire un impianto?
L’inserimento di un impianto è un atto chirurgico non doloroso. L’anestesia copre qualsiasi fastidio che il paziente possa provare e i tempi operativi sono brevi. L’intervento è comparabile ad un’estrazione dentale semplice, né più né meno.

 

È possibile mettere gli impianti anche se c’è poco osso?
Le moderne tecniche di rigenerazione dell’osso permettono di ricreare le condizioni ottimali per l’inserimento degli impianti. Sono ormai pochissimi i casi in cui non si può eseguire un intervento di riabilitazione implanto protesico per mancanza di osso

 

L’età avanzata può essere una controindicazione per l’applicazione di impianti?
Di per sé no, anche se è necessario valutare caso per caso, soprattutto in riferimento a possibili malattie croniche che invece possono rappresentarlo. Il dentista è in grado di valutare l’idoneità di un paziente anche con una semplice anamnesi.

 

Perché bisogna intervenire quando si sono persi i denti?
Quando si sono perduti dei denti si può intervenire in molti modi: gli impianti (perni inseriti nell’osso dove un tempo erano i denti) e le protesi sono quelle più usate. Chiudere lo spazio che si crea dopo la perdita di un dente aiuta a conservare la corretta masticazione. Inoltre, ridare l’appoggio corretto dei denti posteriori, se è stato perduto, protegge i denti anteriori (incisivi e canini) che sono quelli che mostriamo con il sorriso.

 

Come va pulita una dentiera?
Le protesi mobili vanno spazzolate con uno spazzolino dedicato e sapone di marsiglia e in seguito vanno immerse in soluzioni disinfettanti specifiche. Se non sono indossate, devono essere asciugate e riposte in scatolette portaprotesi; non vanno mai lasciate in acqua, poiché l’umidità favorisce lo sviluppo di batteri.

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